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La psicoeconomia: i nuovi orizzonti della scienza economica


P.R.Sarkar, nella sua esposizione dell'Economia Quadridimensionale, ha dato le basi per un nuovo ramo di studi economici correlato appunto alle scienze sociali: la psicoeconomia.

La psicoeconomia, che può sembrare una disciplina dal nome bizzarro, non è del tutto sconosciuta: lo sviluppo delle conoscenze della psicologia applicata nel campo della sociologia della comunicazione o nell'ambito della pubblicità sono campi di applicazione della psicoeconomia, dove motivazioni di ordine economico si intrecciano con espressioni della psiche umana.

Quando si prepara un prodotto pubblicitario il pool di esperti in comunicazione, sociologi, psicologi, registi cinematografici, ecc. si preoccupano di presentare il prodotto pubblicizzato in maniera da renderlo più appetibile ai consumatori. Per ottenere questo risultato, stimolano, esprimono, manipolano i sentimenti delle persone attraendo la curiosità e più in generale l'attenzione non solo visiva ma mentale delle persone. Questo viene ottenuto usando immagini, suoni, sensazioni che proiettano la nostra memoria nel passato nel futuro o nel quotidiano. "L'input mnemonico" causato, rimarrà in ogni caso, sempre legato al prodotto che lo spot pubblicitario intende vendere o meglio, far comprare alle persone. Insomma anche se uno spot pubblicitario è a volte concepito come un'opera d'arte, la differenza con essa è che l'obbiettivo è esclusivamente economico: incrementare le vendite di quel prodotto o di quel servizio.

Il cercare di far colpo sul consumatore stimolando il suo interesse è senz'altro un valore aggiunto di un'attività economica, e c'è chi è arrivato a coniare lo slogan "la pubblicità è l'anima del commercio". Possiamo prendere questo per buono se consideriamo i livelli di profitti che le multinazionali hanno fatto in questi ultimi anni. Prendiamo come esempio le aziende multinazionali perché, come spiega Naomi Klein nel suo libro "NO Logo", i grandi gruppi economici globalizzati hanno impostato gran parte della loro strategia aziendale sulla pubblicità del loro marchio. Terziarizzando gran parte delle attività produttive e investendo gran parte delle proprie iniziative sulla pubblicizzazione del proprio marchio aziendale, le multinazionali più di ogni altro hanno capito che il condizionamento psicologico continuo ed insistente porta all'identificazione della persona con una determinata immagine, appunto il Logo di un'azienda.

Quest'idea non è poi tanto nuova o avanzata perché in molte filosofie orientali esiste la pratica di concentrarsi in forme geometriche o simboli (questi sono chiamati Yantra e vengono usati in numerose pratiche di Meditazione Buddista e Tantra Yoga) per ottenere la realizzazione di uno stadio di benessere interiore o spirituale. Ma tra la strategia delle multinazionali e le pratiche dei monaci buddisti o tantrici c'è una sostanziale "differenza semantica".

Il monaco decide, chiudendo gli occhi ogni qualvolta fa meditazione sul Yantra scelto, quale idea sviluppare, insomma sceglie un auto condizionamento mediato dalla propria coscienza.

Nel caso del logo commerciale di una multinazionale, ci troviamo di fronte ad un continuo e massiccio bombardamento esterno alla persona che con il tempo diventa un'immagine naturale e familiare: ci troviamo di fronte ad un condizionamento imposto dall'esterno. Quando i personaggi ritratti sui cartelloni pubblicitari vanno sempre in barca a vela, abitano in case super lussuose, girano in macchine da 100.000 Euro e rendono i prodotti che pubblicizzano così accattivanti e necessari al proprio successo e questo messaggio è ripetuto o riprodotto per migliaia di volte, l'idea che si matura nelle persone è: "compro perché anch'io sono". Ma questo "mantra" che è inconsciamente ripetuto da milioni e milioni di persone, non è scelto dal singolo consumatore ma è entrato nelle nostre case tramite la televisione, lo troviamo nelle radio delle nostre auto quando viaggiamo, per le strade o allo stadio nei cartelloni pubblicitari, nei supermercati, nei locali di intrattenimento e perfino sugli indumenti che indossiamo.

Bisogna constatare che è difficile sottrarsi da una cosa quando questa ti è continuamente proposta in maniera allettante. Quando la pubblicità è piena di messaggi invisibili che vanno al di là dell'occhio umano, la mente si conforma a quell'immagine.

Quando un gelato diventa un oggetto sessuale o quando un cioccolatino ti cambia la vita; quando uno shampoo ti permette di stare ai Caraibi e un piatto di pasta ti porta la serenità in casa, bisogna ammettere che, nonostante questi messaggi vogliano interpretare la vita quotidiana, di realistico c'è ben poco perché la realtà, lo sappiamo tutti, è tutt'altra cosa.

La pubblicità distorce la realtà sublimandola ed il suo vero obbiettivo è quello di trasmettere il messaggio occulto insito nell'atto comunicativo stesso e cioè: "compra perché comprando sei". Questo atto non mai è concepito dal consumatore a livello conscio ma entrando dal livello subconscio è assorbito dalla mente a livello inconscio. E' anche vero che si può essere coscienti della manipolazione a cui si è sottoposti ma la promozione di determinati prodotti è così insistente e la concorrenza così debole che le persone sono costrette a quel determinato consumo anche se non è di necessità vitale.

La psicoeconomia come scienza studia la diversità e l'effetto psicologico che hanno determinate scelte di mercato, sia in ambito produttivo, commerciale o nel consumo.

Psicoeconomia e nuove dinamiche di sfruttamento.

C'è una sorta di sottile linea di demarcazione tra il libero arbitrio e la manipolazione imposta; tra il libero mercato e il monopolio: il compito della psicoeconomia è quello di evidenziare quello che sta al di là e al di qua di quella linea. A questo proposito Prabhat Ranjan Sarkar ha teorizzato due rami di applicazione della psicoeconomia: Il primo è incentrato sulla individuazione e sull'estinzione di tutte quelle pratiche, comportamenti e strutture economiche ingiuste che portano allo sfruttamento e che impediscono lo sviluppo dell'essere umano. Sarkar concepisce l'essere umano nella totalità della sua espressione, sia nel livello delle sue necessità fisiche che nel livello delle esigenze psichiche ed anche che nel livello spirituale. Nel rapporto tra necessità materiali e necessità mentali non tralascia il progresso dell'essere umano. Il progresso umano non è solo materiale ma è un equilibrio tra le esigenze fisiche, psichiche e spirituali.

Naomi Klein nel suo libro "No logo" dà una chiara forma ai nuovi tipi di sfruttamento: mentre nei centri commerciali splendono scarpe con i logo della Nike ed altre multinazionali, pochi sanno a quali forme di sfruttamento sono sottoposte le lavoratrici delle fabbriche produttrici dislocate in Indonesia o nelle Filippine. Pochi dei consumatori che esibiscono i logo di queste scarpe sanno delle condizioni disumane a cui sono sottoposte le lavoratrici che hanno confezionato le scarpe che portano ai piedi.

Eppure i nostri nonni e i nostri genitori hanno scioperato, sacrificato ore di lavoro, lottato duramente per ottenere i diritti che le lavoratrici filippine non hanno. Ignari della loro provenienza consumiamo quegli stessi prodotti frutto dello sfruttamento solo perché il bombardamento pubblicitario ha creato un'immagine positiva che suscita fiducia e serietà nelle nostre menti. Se lo sfruttamento delle lavoratrici è economico, nel caso dei consumatori occidentali lo sfruttamento è psicoeconomico, e cioè viene manipolata un'idea, che è un prodotto della psiche, per finalità economiche: la vendita del prodotto. Questa è una nuova concezione dello sfruttamento che è studio specifico della psicoeconomia.

Il mobbing, la pubblicità ingannevole, le asimmetrie informative teorizzate dai premi Nobel per l'economia (2001) Stigliz, Akerlof, Spence, gli effetti psicosociologici della mobilità e della flessibilità del mercato del lavoro e in generale tutte quelle forme di rapporto economico che producono tendenze degeneranti e disumanizzanti nella società fanno parte di questo primo ramo di sviluppo della psicoeconomia.

Psicoeconomia e miglioramento della qualità della vita.

Mentre il primo ramo della psicoeconomia si preoccupa di debellare le pratiche di sfruttamento, anche quelle più sottili, il secondo ramo di questa materia si preoccupa di migliorare la qualità della vita delle persone incrementando la sicurezza materiale e mentale della popolazione. Allo stato attuale, questo ramo di studi è praticamente inesplorato, ma quelle economie che hanno già risolto i problemi legati alle necessità minime e che hanno raggiunto un alto grado di sviluppo tecnologico possono applicare le vaste potenzialità di questa materia.

Oggi tutti parlano del bisogno di maggior qualità della vita e abbinano a questa necessità un maggior consumo di beni e ricchezze materiali. Grazie a questo limitato concetto di "way of life", tutti corriamo per rendere la nostra esistenza materiale più confortevole e invece le nostre vite diventano uno "stress perpetuo".

Questo, a livello collettivo, ha dato forma a diversi tipi di disagio sociale, quali forme depressive dovute ai ritmi di lavoro, dissociazioni e disfunzioni della personalità dovute a modelli esistenziali dettati dal consumo eccessivo di beni materiali, ecc.

La psicoeconomia può essere un ottimo strumento per affrontare i problemi dell'ambiente in accordo con le esigenze umane e le scelte di politica economica. Fino ad oggi l'economia basata sul profitto ha concepito il rapporto con l'ambiente e le risorse naturali sul terreno dello sfruttamento di queste potenzialità naturali creando livelli di inquinamento ormai insostenibili. Viviamo in città dove l'aria è diventata irrespirabile a causa dell'emissione di idrocarburi e polveri nocive dalle auto. Scelte urbanistiche irrazionali ed il traffico congestionato rendono la nostra vita quotidiana nevrotica causando oltre che stress fisico anche psichico. Perfino quello che mangiamo non è più sicuro a causa di scelte, da parte dell'industria alimentare, che prediligono l'aumento dei profitti alla salute umana. Le stesse scelte che hanno guidato l'agricoltura e la zootecnia e che hanno generato "Mucca Pazza", OGM (Organismi Geneticamente Modificati) e l'uso intensivo di fitofarmaci e pesticidi; questi ultimi oltre ad avvelenare frutta e verdura hanno inquinato anche le falde acquifere.

Se nei Paesi poveri le persone muoiono di fame, nei Paesi ricchi si consumano quotidianamente oscure e silenziose tragedie: ogni anno milioni di persone muoiono a causa di cancro, tumori, malattie cardiovascolari e dell'apparato respiratorio causate dall'inquinamento dell'aria, del cibo e dell'acqua.

Il Prout sostiene la massima utilizzazione delle risorse naturali e non il loro sfruttamento. Difatti, la necessità odierna, nei Paesi ricchi, è quella che le scelte economiche devono tener conto dell'impatto ambientale e delle conseguenze, sia a livello fisico che mentale, sull'essere umano piuttosto che del profitto che ne deriva. E' su questo concetto che si consuma la differenza sostanziale tra massima utilizzazione e sfruttamento. L'economia basata sulla massimizzazione del profitto sfrutta qualsiasi risorsa per arrivare a questo obbiettivo portando il genere umano a scelte irrazionali e pericolose perfino per la sua esistenza. Perché nelle scelte di politica energetica si continua a percorrere la strada del petrolio e non si preferisce una riconversione di questo settore a sistemi meno inquinati e più compatibili con le esigenze umane ed ambientali? Eppure la scienza ha già creato i sistemi per la riconversione. La risposta sta appunto nei profitti di chi controlla il mercato energetico e cioè le multinazionali del petrolio che non sono disposte ad abbandonare la loro situazione di privilegio economico, creando una condizione di sfruttamento che l'intera società subisce.

La psicoeconomia è lo strumento che nel futuro permetterà di realizzare la massima utilizzazione delle risorse naturali in quanto indirizzerà le scelte produttive, commerciali e dei consumi verso una massima compatibilità con le esigenze dell'essere umano e dell'ambiente: in questo consiste la massima utilizzazione delle risorse.

La necessità odierna è che le scelte economiche devono tener conto dell'impatto ambientale e delle conseguenze, sia fisiche che mentali sull'essere umano. La psicoeconomia, quando valuta un investimento, un'attività economica o commerciale, un prodotto, ne analizza gli effetti collaterali. Per ottenere ciò si serve di diversi indicatori. Noi proponiamo un nuovo indicatore, l'Indice Generale della Qualità della Vita (IGQV).

Questo indice comprende la valutazione dei seguenti indici minori:

1. L'impatto ambientale: questo indice valuta le condizioni degli stati solido, liquido, luminoso, gassoso ed etereo di un determinato ambiente o località
2. L'impatto sulla salute umana: qui si prendono in considerazione gli effetti collaterali che una determinata attività economica ha sulla salute delle persone: siano essi consumatori, utenti, lavoratori o semplici cittadini.
3. L'impatto psicologico: questo indice prende in considerazione la situazione psicologica del singolo individuo in un contesto economico. L'adattamento mentale della singola persona nell'atto di compiere un'attività economica sia lavorativa che di consumo.
4. L'impatto socio culturale: in questo caso si analizzano gli effetti sociali e culturali di un'attività economica non a livello di singola persona ma livello collettivo; si analizzano gli effetti a livello di fenomeno di massa.
5. L'impatto sulle forme di vita non umane: qui si prendono in considerazione il rapporto tra attività economica, animali e piante. Gli effetti positivi o negativi di una scelta economica tenendo in considerazione quali effetti collaterali possono avere su queste forme di vita non umane.

Questo legame tra economia e necessità psicofisiche della persona, è un'esigenza naturale della civiltà umana e come tale va soddisfatta.

Oggi le società altamente industrializzate soffrono di diverse forme di disagio collettivo che stanno portando al collasso l'insieme dei rapporti sociali. Gli amministratori pubblici ed i politici tendono a risolvere problemi come il traffico, la violenza negli stadi, la microcriminalità, ecc. stanziando fondi per creare infrastrutture adatte ad affrontarli. A fronte di questi sforzi finanziari, che oltretutto gravano sulle tasche dei contribuenti, la criminalità, l'inquinamento ed in generale il disagio sociale, aumentano sempre di più: perché? C'è un sostanziale errore nell'approccio a queste tematiche: quello di mettere, il denaro, i finanziamenti prima della diffusione di nuovi valori sociali in grado di sostenere il cambiamento. Ovviamente i primi ad essere provvisti di questi valori dovrebbero essere gli amministratori pubblici e privati, cioè le nuove leadership.

L'importanza di uno strumento come IGQV consiste nel dare agli amministratori l'opportunità di confrontarsi concretamente con la realtà circostante aumentando la qualità della vita della popolazione. I vari tipi di impatto analizzati nell'IGQV, permetteranno di modificare le regole e le leggi che regolano la vita socio economica, contribuendo alla crescita di nuovi valori che tengano conto non solo dei diritti delle persone ma anche delle necessità di tutte quelle entità animate ed inanimate che ci circondano.

Socrate diceva: "Una comunità esiste quando uno ha cura dell'altro" ma quando questo sentimento umano supera i suoi confini inglobando le altre forme di esistenza, allora possiamo parlare di valori del neo umanesimo.

Quando si è raggiunto un certo livello di sicurezza economica, misurata dalla garanzia delle minime necessità e da un costante e non esagerato aumento del potere d'acquisto, se non si vuole entrare in forme di degenerazione psicosociale, dettate dall'eccesso di valori materialistici, bisogna spostare gli interessi collettivi verso il livello delle necessità psicospirituali.

Una nuova concezione di "Progresso".

Per capire il significato di "necessità psicospirituali" e la necessità della psicoeconomia in campo socio economico è indispensabile comprendere la definizione del concetto di "progresso" nella teoria Prout.

Nel linguaggio comune il termine progresso è associato all'avanzamento scientifico e tecnologico o con ciò che migliora le comodità della vita. Si dice anche che l'umanità è molto progredita perché la vita di oggi sembra molto più comoda e confortevole di un centinaio di anni fa.

Certamente il modo di vivere è cambiato radicalmente ma non si può sostenere che tutto ciò sia vero progresso, difatti tutte le scoperte scientifiche e tecnologiche hanno creato problemi collaterali che prima non esistevano. I trasporti più veloci hanno moltiplicato gli incidenti, l'industrializzazione ha provocato danni incalcolabili all'ambiente e alla salute delle persone. Molti medicinali curano malattie ma generano effetti collaterali agli stessi pazienti che ne fanno uso, creando degli stati di dipendenza talvolta cronici, alla stregua delle stesse malattie curate.

Anche nel campo della conoscenza intellettuale, c'è stato un grande sviluppo ma la gente soffre sempre più di problemi emozionali, di nevrosi, di stress, di depressione: malattie mentali che in passato erano sconosciute. Nel livello fisico ed in quello intellettuale si è sempre sottoposti ad una sorta di legge naturale "di azione e reazione" esistono sempre degli effetti collaterali al proprio agire. Di certo questo non si può considerare progresso.

Secondo P.R. Sarkar, il progresso materiale ed intellettuale è impossibile se non è accompagnato dall'avanzamento spirituale.

Perché non può esistere progresso fisico e psichico? Perché uno sviluppo positivo è associato ad una reazione negativa?

La risposta si trova nella natura dell'universo, il quale esiste come flusso vibrazionale in equilibrio tra forze positive e negative. L'intero Cosmo è in costante movimento; ad un'espansione in un punto corrisponde una contrazione in un altro punto. Attraverso questo equilibrio dinamico, l'universo opera eternamente. Nel nostro livello mentale possiamo tradurre questa teoria facendo l'esempio dello stato di piacere o di dolore. Quando proviamo piacere, (stato di espansione) i nostri nervi sono rilassati al contrario quando proviamo dolore, (stato di contrazione) esso si esprime fisicamente tramite la tensione nervosa.

L'esistenza umana si esprime su tre livelli: fisico, psichico e spirituale. Mentre nei primi due livelli, come spiegato, si sottostà alla legge "azione e reazione" o "positivo e negativo" o "piacere e dolore", nel livello spirituale questa condizione non esiste.

Nell'esperienza spirituale la mente si muove verso l'infinito e quindi non sussiste alcuna reazione collaterale. Nel livello spirituale si sperimenta lo stato di beatitudine o flusso di infinito amore per l'Entità Cosmica e questo corrisponde ad un reale progresso.

Affermare che non ci sia progresso reale nella sfera fisica e mentale non significa che si debbano tralasciare l'avanzamento scientifico, intellettuale, artistico, o non si debbano praticare sport, oppure che non si debbano prendere in considerazione le necessità economiche o materiali oppure i diritti umani. Al contrario queste occupazioni ed esigenze devono procedere in armonia con la vita spirituale in modo che se ne possa conoscere la reale utilità e necessità. L'esistenza umana va vista nella sua piena totalità ed è per questo che nessun livello di espressione va tralasciato, né quello materiale, né quello mentale e neppure quello spirituale, al contrario va creata l'integrazione e l'armonia tra di essi.

Nuovi strumenti per lo sviluppo socio economico.

La psicoeconomia usando strumenti come:

· La riduzione degli orari di lavoro.
· Il sistema di crescita sincronizzata tra l'aumento della produttività e dei salari.
· L'utilizzazione di nuove forme partecipative dei lavoratori alla proprietà dei mezzi di produzione.
· La creazione di un ambiente di lavoro congeniale alla salute fisica e mentale per i lavoratori.
· La gestione delle attività produttive e commerciali basate sul principio della "cooperazione coordinata" e non della "cooperazione subordinata".
· L'aumento della qualità e della sicurezza dei prodotti e dei servizi immessi nel mercato,

vuole dare un significativo contributo alla creazione di un ambiente congeniale alla crescita integrale dell'individuo ed in armonia con le leggi che regolano la società umana. Solo in questa maniera tutti gli effetti negativi dello sviluppo scientifico ed intellettuale correlati all'economia possono essere tenuti sotto controllo e l'umanità potrà muoversi in armonia con la natura dell'universo.

La necessità che le occupazioni di tipo economico si sposino con le necessità di crescita individuale e collettiva dell'essere umano ed in equilibrio con l'ambiente circostante, sarà il passo definitivo verso la realizzazione della Democrazia Economica.

2006-08-30 La psicoeconomia: i nuovi orizzonti della scienza economica


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