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CAROVITA: INFLAZIONE REALE O VIRTUALE?


A settembre c'è stato in Italia il primo sciopero in assoluto dei consumatori per protestare contro l'aumento sproporzionato dei prezzi. E' stata data la colpa all'introduzione dell'Euro, alla disonestà dei commercianti e alla crisi economica globale che deprime i consumi ed aumenta i prezzi. Tutto giusto, ma sotto accusa ci sono anche i dati ufficiali dell'ISTAT sull'inflazione che secondo le associazioni dei consumatori non rispecchiano l'entità dei rincari che si sono abbattuti sulle famiglie Italiane. Sotto la lente delle associazioni dei consumatori ci sono soprattutto le modalità con cui viene concepito il paniere che poi determina questo dato. Il dato dell'ISTAT è sicuramente bugiardo non per colpa unica del nostro istituto statistico ma per le modalità con cui, nella teoria economica, viene concepito.

L'inflazione determina l'aumento dei prezzi di un'economia mettendo insieme in un unico paniere tutti i tipi di consumi, dalle patate, alla lavastoviglie, dal viaggio alle Maldive, all'acquisto della Ferrari. Un unico calderone che però non tiene conto della differenza di reddito della popolazione.In altre parole, si ipotizza che tutte le famiglie attingono nel paniere nella stessa maniera, come se esse fossero in possesso dello stesso reddito.  Per esempio, se c'è una forte diminuzione dei costi dei viaggi in aereo e questa voce contribuisce a diminuire visibilmente il valore dell'intero paniere, sembra che tutti debbano usufruire di questo calo, quindi l'inflazione cala per tutti. Mai bugia è stata più grossa!

L'inflazione ufficiale è ormai chiaro a tutti, non rispecchia il vero andamento dei prezzi e va trovato un nuovo sistema di rilevamento, le associazioni dei consumatori se ne sono accorte e chiedono chiarezza. Le proposte che sono state fatte vanno dalla revisione del paniere unico al rilevamento fatto da altri istituti alternativi all'ISTAT ma non possano bastare.  Chiedendomi come mai ci si accorge solo adesso di questa deficienza di calcolo sul dato economico dell'inflazione, sono arrivato a delle possibili soluzioni.

Uno dei dati che in questo ultimo decennio ha subito un forte cambiamento è la disparità tra redditi minimi e redditi massimi. I redditi minimi sono diminuiti ancor di più e quelli massimi sono aumentati. E' vero che nel mezzo di questi due estremi c'è sempre stata una diffusa classe media ma negli ultimi anni questa si è compressa a favore dei due estremi, in particolar modo verso quello più basso. L'insicurezza e la poca fiducia nel futuro economico hanno fatto il resto.
La mia teoria è questa: come si può pensare con queste differenze di reddito che ci sia un accesso ai consumi ed un influenza dell'inflazione uguale per tutti? Man mano che le disparità reddituali aumentano il dato diventa sempre più impreciso ed iniquo. Allora la mia proposta è: invece di fare un unico paniere perché non farne più di uno? Questo può essere fatto in base alle necessità o priorità di consumi di tutti i cittadini, cercando di far risaltare anche le differenze di reddito. A mio avviso ci vorrebbero tre panieri:
1. Paniere dei beni di primaria necessità o di base in cui vanno messi i consumi a cui hanno accesso tutti: alimentazione, vestiario, spese fisse per la casa, spese fisse per i trasporti (assicurazioni, manutenzione, bollo, abbonamenti bus, metro, treni, ecc.) sanità, istruzione.
2. Paniere dei beni di consumo durevoli, cioè che non vengono fatti tutti i giorni o tutti i mesi o tutti gli anni come l'automobile, la lavatrice, il televisore, telefonino o hi-fi, ecc.
3. Paniere dei beni di lusso, tipo: auto di grossa cilindrata, vestiario, viaggi vip, cibo di un certo costo, ecc., i cui prezzi non sono accessibili in maniera continuativa alla maggior parte della popolazione.

Dei panieri così concepiti possono dare al consumatore, ai cittadini e sicuramente ad economisti e governanti dei dati maggiormente attinenti alla realtà.
In questa maniera è chiaro che il primo paniere sarà il più importante e quello più indicativo ma per avere una cognizione totale dell'andamento dei prezzi bisognerà consultarli tutti e tre. Ho fatto un calcolo approssimativo dell'inflazione riferendomi al primo paniere ed abbiamo un dato che si aggira dal 5,50 al 6,50 % ben diverso del 2,4% stimato ufficialmente. Provate anche voi!
Scherzando si può dire che si spera per gli economisti neoliberisti che "questa ulteriore complicanza" non sia troppo pesante da sostenere visto che hanno tutto l'interesse a nascondere la realtà! Sicuramente sarà dura da digerire!

2002-10-08 CAROVITA: INFLAZIONE REALE O VIRTUALE?

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