Un Mondo Possibile

Un Mondo Possibile

Politica, Economia, Cultura e Democrazia Economica
Movimento per la Democrazia Economica
ultime ricerche
tarcisio bonotto
nuovo ordine mondiale
consumismo
... altre ricerche ...
Home > Economia > Lotta alla povertà. Da Live8 al G8: ipocrisia o interessi?
RSS Atom stampa
Home
Eventi
Treviso
Massima Utilizzazione
Ecologia
Politica
Economia
Cucina non violenta
Cultura
Editoriali
Libri
Lettere
Approfondimenti
Cambiamenti climatici
Mailing list
MENSCHLICHE WELT
Link
Download
Contatti
Indice per titolo
Indice per data
Indice per autore

Eventi
<< Marzo 2024 >>
Lu Ma Me Gi Ve Sa Do
 123
45678910
11121314151617
18192021222324
25262728293031
Bambini 1 Circolo Didattico Milazzo (ME)

Lotta alla povertà. Da Live8 al G8: ipocrisia o interessi?

Vi sono per lo meno 4 opinioni su come attivare le economie dei paesi poveri:

Jeffrey Sachs: ...molti sostengono che la povertà è curabile con piani di sostegno adeguati.
Amartya Sen: ...vanno rimosse le ragioni culturali dell'arretratezza, migliorando, per esempio, la alfabetizzazione delle donne.
Jagdish Bhagwati: riduzione dei sussidi all'agricoltura ricca, per poter rimettere in moto l'economia dell'Africa.
Ravi Batra: cancellazione del debito, perchè i paesi indebitati, hanno già pagato più di quello che dovevano
Se analizziamo alcune delle ragioni della povertà in un contesto internazionale, si evince che, mentre si parla di alleviare tale condizione di prostrazione economica e sociale, le multinazionali istigano i medesimi paesi a 'produrre per l'esportazione' e tengono ben stretto il controllo delle materie prime dei medesimi paesi: petrolio, minerali, preziosi, risorse agricole etc.
Al Ghana che produce cacao è vietato produrre il cioccolato. Al Togo ricco di fosfati è proibito produrre fertilizzanti da vendere agli altri paesi africani. Questo è uno dei principali motivi di povertà per il continente africano: non poter produrre prodotti finiti da esportare, dalle materia prime locali, purtroppo gestite da multinazionali di paesi terzi.

Possiamo eliminare la povertà quando permane una situazione di colonizzazione economica dei paesi in via di sviluppo, e quando i prezzi delle materie prime, da esportazione, sono controllate dai paesi ricchi?
Inoltre la nuova proposta NAMA, del WTO, prevede che i prezzi delle materie prime siano fissati, di volta in volta, dai paesi che le utilizzano, non dai paesi produttori!

Sappiamo come un'economia stabile ed efficiente abbia un connotato del tutto diverso da come ce lo presentano queste multinazionali.
Sia la FAO che l'ONU, fino a qualche anno fa operavano in questi paesi con mega-progetti. Oggi vediamo invece una maggiore efficienza dei piccoli progetti mirati e soprattutto gestiti dal volontariato.

Piccoli progetti mirati.
Per darvi un'idea del lavoro effettuato in Africa dalla nostra associazione, in collaborazione con altre ONG, a favore di un nucleo di popolazioni povere, basti pensare che in Burkina Faso, con un investimento di 25.000 euro, si è stati in grado di fornire 20 pompe per l'acqua potabile e l'irrigazione di campi e orti. Educare la popolazione a coltivare piante locali commestibili. 10.000 persone, una popolazione di 28 villaggi, sono autosufficienti dal punto di vista alimentare, mentre 12 visite esplorativi degli esperti della FAO non ha portato a nessun risultato, se non a spendere decine di milioni di lire per i viaggi e gli stipendi del personale!

In Ghana con un investimento di 20.000 euro, si è riusciti a purificare l'acqua dal 'verme della guinea' per 25.000 persone

In un altro progetto per un paese centro africano, dal titolo 'Eliminare la povertà e la dipendenza economica', si indicavano delle direzioni di sviluppo industriale minimale a partire dall'utilizzo delle materie prime locali. Il paese ricco di fosfati, avrebbe avuto la possibilità di produrre concimi chimici, da esportare verso altri paesi africani. Ma nè gli USA nè le multinazionali francesi hanno permesso che ciò avvenisse, perchè controllano l'estrazione dei fosfati.

Ebbene i funzionari della FAO ci hanno chiesto come facciamo a spendere l'80% dei fondi per i progetti e 20% per le spese ordinarie quando per la stessa FAO è proprio il contrario: 20% ai progetti e 80% per i costi di gestione. Dipende dagli stipendi, ha risposto qualcuno...

Ma come vedono la povertà i ricchi?
Per darvi un'ulteriore idea di come i ricchi comprendano 'a fondo' le condizioni e le ragioni dei poveri', vi accenno a quello che David Corten, economista americano, nel suo libro When Multinationals run the world', 'Quando le multinazionali governano il mondo' scrisse.
Esordisce, in sintesi, dicendo: In uno degli ultimi meeting dei G8 in Canada (8-10 anni fa), si sono spesi in una settimana, solo per i pasti eccellenti dei 10.000 delegati al G8, 10 milioni di dollari. Elenca in mezza pagina il menu, con caviale, cuori di palma e ogni ben di Dio.
Nella conferenza di apertura del G8, il presidente dichiarava: 'Siamo qui per dare soluzione ai problemi dei paesi poveri e in via di sviluppo'.
Paragrafo successivo: Intervista ad uno studente dello Zambia.
Domanda: Al mattino priva di venire a scuola fai colazione? - Qualche volta mangio fagioli, Sir, altre volte non c'è nulla da mangiare.
D: A scuola mangi? No, Sir.
D: E quando non mangi cosa fai? - Mi siedo in un angolo e aspetto che gli altri abbiano finito.
D: Come ti senti mentre aspetti? - Mi vergogno molto, Sir.
D: Perchè non mangi? - perchè non ho le 150 lire per il pranzo, Sir.
Lo Zambia è uno dei paesi dal debito estero enorme, che ha causato una diminuzione degli interventi sociali, nella scuola, sanità etc.

Mr. Forbes, proprietario della rivista Forbes che raccoglie tutte le preoccupazioni e le ansie dei capitalisti globali, affermava in una intervista che i ricchi non stanno diventanto più ricchi e i poveri più poveri, anzi!. Guardate, diceva, ho acquistato un nuovo elicottero e non costa più 1,5 milioni di dollari, ne costa 2 milioni. Una notte in una suite d'albergo non costa più 750 dollari ma 1200 dollari....
Immaginate che cosa intende per povertà!

Il mito degli investimenti al alta concentrazione di capitale, nei paesi poveri.
Poi, un concetto economico che è applicato in utto il mondo come un dogma di fede: la 'trickle down economy'. Economia a percolamento, a gocciolamento (trikle). Quando il vaso è pieno, qualche goccia, qualche bricciola cade anche in basso per la popolazione...
Significa che dagli investimenti massicci in qualche progetto, ad esempio un hotel a 5 stelle nell'africa sahariana, con la spesa di 20 milioni di dollari, ne beneficerà 'senz'altro' anche la popolazione locale!. In tale hotel vi lavorano 30 persone locali, per un investimento di 40 miliardi di vecchie lire!
Questo investimento ad alta concentrazione di capitale non va a beneficio dell'occupazione locale ma di pochi eletti . Molti progetti delle ONG sono più efficienti, e sono ad alta concentrazione di manodopera.

Poichè 'trick' significa 'trucco' e assomiglia al termine trickle, questo tipo di sistema viene definito 'l'economia col trucco' ad indicare che si vuole beneficiare la popolazione locale, quando in effetti il ritorno in occupazione per la popolazione è minimale.

La proposta di Jagdish Bhagwati di ridurre i sussidi all'agricoltura ricca, per rimettere in moto l'economia dell'Africa, in qualche modo pone dei problemi poiché molta della produzione agricola dei paesi in via di sviluppo è di proprietà di multinazionali. Come fa a beneficiarne la popolazione? Potrebbe essere comprensibile se fossero delle cooperative agricole ad esportare prodotti agricoli verso i paesi sviluppati. Guardiamo alla Cina. Negli ultimi 3 anni si è creato un nocciolo duro di super-ricchi di circa 250.000 individuo. Circa 80 milioni i ricchi, classe media, e il resto della popolazione è ancora ai margini. Anzi sfruttati più di prima dal capitalismo che è ora globale. Infatti non vi sono regole per i lavoratori: orari, turni, sicurezza, senza restrizioni. Le donne possono lavorare anche di notte a differenza del periodo pre adesione al WTO.

Quindi le proposte espresse dai molti interlocutori: Jeffrey Sachs, Amartya Sen, Jagdish Bhagwati, Ravi Batra, et altri, sono validi tasselli nel favorire lo sviluppo, ma difficilmente si potrà debellare la povertà fino a quando i paesi in via di sviluppo non potranno mirare ad una autosufficienza locale sia nelle produzioni agricole che industriali. E quando terminerà la colonizzazione economica da parte dei paesi sviluppati e delle loro multinazionali.
Lo sviluppo in un mercato libero e aperto, è un miraggio non solo per i paesi in via di sviluppo ma anche per il nostro paese.

La Banca Mondiale ha stabilito che nel 2000 il 20% ricco della popolazione mondiale possedeva l'81% delle risorse globali, nel 2004 si è passati all'86%. E meno male che è nel mercato libero che si disegna lo sviluppo di ogni singolo paese.
Questa è l'economia delle multinazionali e ogni singolo paese, all'interno di questo assetto di libero mercato, è destinato al progressivo impoverimento e distruzione del suo assetto socio-economico locale. Meglio optare per l'autosufficienza economica di ogni singolo paese.

2005-07-08 Tarcisio Bonotto

Iscriviti alla Mailing List


annunci pubblicitari





Edicola.org
Capitalismo, Comunismo e Democrazia Economica Notiziario di Cultura Proutista